Credo che la migliore definizione che possiamo dare al genio sia: la capacità di partire da basi ed elementi a disposizione di tutti per trarne un risultato imprevisto, fresco, originale – nuovo.
Su questa base, Tullio Avoledo è un genio.
Nel 2018, quest’uomo è partito dalla situazione sociale, politica e culturale che viveva e ha immaginato degli sviluppi diversi da quelli che passano per la mente di noi altri.
È qui che sta l’aspetto migliore del romanzo: non nella trama, per quanto godibile, ma nel suo essere profondamente radicato nel presente nostro, quotidiano, nella realtà che abbiamo davanti agli occhi, nei luoghi, che conosco, e questa conoscenza rende questo libro ancora più forte.
Un impatto che nasce dal suo essere possibile, in un modo così terribile, spaventoso e, in qualche maniera, anche bellissimo, come certe terre friulane con tanto sangue nella loro storia.