La notte prima – Wendy Walker

Torno finalmente a voi con una nuova recensione! (fuochi d’artificio, trombe squillanti e coriandoli, prego) Parliamo di un libro che ho iniziato a leggere tanto per in quanto consigliato (credo dalle pubblicità Kindle), ho continuato perché ci ho trovato un mix divertente che vi spiego meglio dopo, ho finito perché volevo sapere e alla fine mi ha indispettito non poco.
Il libro in questione è La notte prima [link affiliato] di Wendy Walker.

La notte prima è un romanzo che racconta la storia di Laura, vent’anni e qualcosa, di cui sappiamo che ha avuto un’infanzia difficile, che ha collezionato uomini sbagliati, che è appena tornata da New York per vivere con la famiglia della sorella a causa dell’ultimo fallimento in amore, e che si sta preparando per un appuntamento. La narrazione alterna brevi spezzoni di sedute dal terapeuta, nel passato di Laura, capitoli della sera prima di Laura, in prima persona, in cui vediamo pian piano com’è andato questo appuntamento, e capitoli in cui la sorella, Rosie, indaga sulla sparizione di Laura. E sì, perché la ragazza non torna a casa quella notte, e non lascia traccia di sé.

Rosie, suo marito e l’amico d’infanzia Gabe non hanno altra scelta che iniziare a scandagliare passato e presente della donna, in cerca di indizi e spiegazioni, andando nel mentre a scoprire parecchie cose anche sulle loro vite.

Fino alla fine, il romanzo mi era piaciucchiato. Intendiamoci, non piaciuto: la trama è interessante e la lettura scorrevole, ma la forma lascia abbastanza a desiderare. Quanto è credibile, per esempio, che una donna, angosciata dalla scomparsa della sorella, si fermi in cima alle scale a ripensare al loro passato, all’infanzia, agli amici, alla famiglia, in uno spiegone a uso e consumo del lettore, anziché precipitarsi in camera sua per cercare, controllare, scoprire qualcosa di utile?

Quello dell’infodump è un problema diffuso in La notte prima, soprattutto nei capitoli in cui parla Laura, che è ancora più assurdo (chi non si mette a spiegare a se stessa la sua storia personale?), ma non va a pregiudicare la scorrevolezza, e sono arrivata alla fine in pochi giorni, nel bel mezzo di un blocco del lettore.

Poi, però, la fine.

Ho due problemi con la fine, uno più spoiler dell’altro.

Il primo è questo:

Di per sé non è una cosa che mi irriti in modo particolare, secondo me rimane comunque abbastanza interesse per arrivare fino alla fine.

Il secondo è quello che mi ha indispettito, perché tocca un argomento che si riflette nella vita reale ed è un argomento molto sensibile.

Alla fine, quindi, non so quanto consigliarlo, soprattutto non so come consigliarlo se non spiegando a chi potrebbe dare fastidio e quindi rovinando il finale… Non è imperdibile di sicuro, nel dubbio puntate a qualcos’altro.

Pubblicato da Ro

Classe 1984, insegnante di scuola primaria full-time, editor free-lance e teatrante per passione. Laureata in Scienze della Formazione Primaria nel 2015, attualmente iscritta a un Master in Editoria. Autismo e ADHD rendono la vita più interessante, la libertà fuori dalle convenzioni la rende degna di essere vissuta.

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